L’incontro online, organizzato da MediaLab, ha visto la partecipazione di Emanuele Capone, giornalista tech de Il Secolo XIX, per riflettere sulla recente decisione di Mark Zuckerberg di sospendere il programma di fact-checking su Meta, delegando agli utenti la segnalazione di contenuti falsi o pericolosi.
Diversi gli interrogativi emersi nel corso del dibattito. Pluralità o caos? Il rischio di un aumento di fake news e contenuti dannosi è reale? Siamo pronti a gestire disinformazione e discorsi d’odio senza filtri?
Giuseppe Risso, vicepresidente di MediaLab, ha introdotto la missione dell’associazione: “MediaLab è nata ad aprile di quest’anno dall’esperienza condivisa di 11 giornalisti attraverso diversi percorsi formativi del programma Erasmus Plus finanziati dall’Ordine dei Giornalisti Liguria, con focus su fake news, Unione Europea e intelligenza artificiale. La nostra missione è sensibilizzare sull’alfabetizzazione mediatica, affrontando la difficoltà diffusa di distinguere notizie vere da quelle false o inaffidabili. Abbiamo lanciato un questionario per ottenere una prima fotografia dell’alfabetizzazione mediatica in Liguria. Vogliamo creare rete, condividere idee e costruire progetti concreti”.
Stefania Berretta, co-fondatrice, ha presentato alcune iniziative di MediaLab: “Collaboriamo con l’Università Bicocca e l’Università di Genova per la stesura di due progetti su progetti Erasmus e affini, legati all’alfabetizzazione mediatica dei giovani. Con il progetto Active Media entriamo nelle scuole per produrre contenuti giornalistici insieme agli studenti e insegnando pensiero critico e fact-checking. Tra le altre iniziative, abbiamo anche una summer school con il Liceo Cassini di Genova dedicata alle fake news.”
Durante l’incontro, Emanuele Capone ha analizzato l’annuncio di Mark Zuckerberg, lanciato il 7 gennaio su Threads: “Zuckerberg ha spiegato che la decisione nasce dalla volontà di favorire la libertà di espressione, con una strategia che richiama la visione di Elon Musk e sembra strizzare l’occhio alla nuova amministrazione Trump. Al momento il cambiamento riguarderà gli USA, poiché l’Europa ha normative precise, come il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA), che impongono report periodici sulla disinformazione. La scelta di Meta introduce una forma di autogestione, in cui gli utenti smentiscono altri utenti, ma senza garanzie di autorevolezza”.
Nel corso della discussione sono emersi diversi temi:
• le sfide della verifica delle fonti nell’era dell’intelligenza artificiale;
• l’importanza di riconoscere contenuti generati da IA con strumenti dedicati (ad esempio: GPTZero per i testi, TrueMedia per i post social, SightEngine per le immagini);
• la necessità di formarsi per non restare impreparati ai cambiamenti relativi alle piattaforme social.
l’evento si è concluso con uno sguardo aperto al futuro: secondo Capone, il nuovo scenario potrebbe rappresentare una chance per i giornalisti di riaffermare il loro ruolo cruciale nella gestione dell’informazione, tornando al centro del processo di verifica e credibilità delle notizie.
MediaLab ringrazia per i numerosi feedback ricevuti e invita tutti a unirsi alle prossime iniziative, gratuite e aperte a tutti.